Due parole con… Michele Biscarini
Il 2022 è iniziato, si riaccendono i motori e si inizia a preparare la seconda parte di stagione, ma prima di fare questo abbiamo rubato il nostro portiere al mister per fare due chiacchiere.
” Ciao Michele oramai sei il veterano tra i pali del Pontevalleceppi e il vice capitano, quali sono le tue sensazioni nel ricoprire questo ruolo? Che cosa ti ha spinto a rimanere qui?”
M.B: “Ciao ragazzi, essere il vice-capitano della squadra ed uno di quelli che da più anni vestono questa maglia per me è motivo di grande orgoglio. Sapere di avere un ruolo così importante all’interno dello spogliatoio è sicuramente uno stimolo in più per cercare di dare sempre il massimo soprattutto dal punto di vista dell’impegno, della professionalità e del rispetto indipendentemente dai risultati. Sono rimasto perché è un ambiente in cui sto molto bene, fatto di persone che mi vogliono bene e che mi permettono di potermi esprimere al massimo. Colgo l’occasione per ringraziare tutti. Dal presidente, al direttore, lo staff, i compagni di squadra, chiunque frequenta il campo di allenamento con grande passione e ci aiuta quotidianamente. In modo particolare poi vorrei ringraziare l’allenatore dei portieri Fausto Ballarani con il quale ho un rapporto speciale.”
Domanda 2: “Il cammino in campionato ancora è lungo, quanto sarà dura ancora la lotta per la salvezza? Inoltre parlaci del tuo rapporto con la squadra e che consiglio ti senti di dare per raggiungere l’obiettivo”
M.B: “Il cammino in campionato è ancora lungo perché mancano ancora tante partite, il nostro obiettivo è indubbiamente più vicino del previsto ma sono convinto che dopo questa sosta sarà un campionato ancora più difficile, caratterizzato anche dal numero di contagi in continuo aumento e che sicuramente condizioneranno quelle che sono le partite più importanti dell’anno. Bisognerà avere l’umiltà, la concentrazione e la determinazione giusta per fare i punti che ci mancano per salvarci il prima possibile, l’unico consiglio che sento di darmi è questo, che non dobbiamo pensare che ora sia facile o che siamo diventati più bravi perché non possiamo permettercelo.”
Domanda 3: “Ora una domanda più personale, quando ti sei messo tra i pali per la prima volta, hai subito pensato “sì, questa cosa fa per me”?
M.B: “Mi viene da sorridere sentendo questa domanda, a dire la verità il rapporto che ho con il ruolo del portiere è un rapporto di odio e amore, perché è un ruolo molto difficile, un ruolo d’attesa dove spesso hai tutto da perdere, dove dietro di te spesso non c’è nessuno ad aiutarti e questo mentalmente è veramente stressante soprattutto nell’arco di una stagione perché capitano momenti migliori e momenti meno buoni dove avere il giusto equilibrio è fondamentale. Ho iniziato per “sbaglio” a 6 anni, nella squadra non avevamo il portiere e nessuno voleva andare a prendere le pallonate, io con i piedi non ero molto bravo e cosi preferivo mettermi “da parte” andando in porta. Non ho mai pensato che fosse per me in quei momenti ma ci siamo trovati e non ci siamo più lasciati diciamo così.”
Domanda 4: “Ultima domanda, una curiosità, per te è più soddisfacente parare un rigore o fare una parata decisiva durante la partita?”
M.B: “Parare un rigore è senza dubbio un momento che ti regala un pieno di emozione e di gioia, per un portiere è un po’ come per l’attaccante fare gol e se poi quella parata risulterà decisiva anche per l’esito del match bè allora la cosa è ancora più amplificata; ma tutto questo è molto difficile che accada e allora ci si “accontenta”, si fa per dire, anche di fare una buona parata pur che sia utile alla squadra per il raggiungimento dell’obiettivo.”
Grazie Michele per averci dedicato il tuo tempo per questa breve chiacchierata, ti facciamo un grosso n bocca al lupo a te, come a tutta la squadra, per il proseguo della stagione.